Giornalismo e cooperazione insieme contro la disinformazione

Di Marta Berbel Alberola                                                                                                  18/04/2018

Come e quanto i media italiani raccontano l’estero e la sua complessità economica, politica e sociale? Che ruolo giocano le organizzazioni non governative in questo racconto?

Il Consorzio Ong Piemontesi (COP) cerca di dare risposta a queste questioni, anche partecipando a progetti che promuovono la collaborazione tra il mondo della cooperazione e il giornalismo. Lo scopo è che queste due aree, entrambe al servizio della cittadinanza, si uniscano per raggiungere lo stesso obiettivo: informare, spiegare e far conoscere il mondo, al di là delle proprie frontiere. Devreporter Network, progetto ormai concluso di cui il COP era partner, ha sviluppato un Vademecum per migliorare la qualità dell’informazione sulla cooperazione internazionale. Frame, Voice, Report!, il nuovo progetto del Consorzio, vuole continuare a lavorare sulla stessa linea: porre rimedio alla disinformazione e diffondere i temi della cooperazione e della solidarietà internazionale sui mezzi di comunicazione.

Il rapporto Illuminare le periferie, presentato mercoledì 9 aprile da COSPE onlus, l’Osservatorio di Pavia, Usigrai e FNSI presso il Campus Einaudi di Torino, analizza la rappresentazione del mondo nei telegiornali italiani dal 2012 al 2017.

La ricerca evidenzia che “le periferie, intese come geografiche e tematiche, risultano il fanalino di coda dell’informazione con l’1% di visibilità (492 notizie totali per una media di 7 notizie al mese per tutti i telegiornali)”. E quali temi costituiscono questa breve agenda degli esteri? Il 70% sono notizie su terrorismo e migrazioni insieme alle politiche ad essi legate, spesso  raccontate con minore approfondimento. Anna Meli, di COSPE onlus, ci racconta ad esempio il trattamento dell’informazione sull’immigrazione: “si concentra molto sui luoghi di transito senza riuscire a intercettare il prima e il dopo, i luoghi di origine, le storie e i percorsi di arrivo. Evidenziamo racconti frammentati anche sui temi come terrorismo e conflitti esteri.”

Altri dati analizzano quali paesi sono i protagonisti della suddetta agenda e mostrano che il 63% delle notizie è relativo a Europa e Nord America (rispettivamente 43% e 20%), mentre continenti come l’Africa e il Centro-Sud America rimangono marginali con un 9% e 5% rispettivamente. Luca Jourdan, esponente dell’Università di Bologna invitato a commentare lo studio, ha sottolineato come si utilizzino “lenti” occidentali quando si parla dei paesi del sud: “Nel nostro immaginario riconosciamo questi Paesi solo come quelli che hanno il bisogno di essere aiutati”, percezione che deriva dalle notizie che coprono unicamente aspetti come conflitti e terrorismo.  “L’Africa non è solo guerra e malattia, è il continente che più cresce economicamente nel mondo; un continente che molti studiosi definiscono come il continente del futuro”.

Mappa Illuminare le periferie

La mappa dell’estero: protagonisti e marginali – Rapporto Illuminare le periferie

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Intervento di Andrea Micconi al seminario Illuminare le periferie

La necessità di correggere il modo in cui si raccontano questi aspetti coinvolge anche le organizzazioni di cooperazione internazionale. Andrea Micconi, coordinatore del Consorzio Ong Piemontesi, è intervenuto spiegando l’importanza dei progetti del COP sul tema. Una delle attività, infatti, è favorire il lavoro con i giornalisti per costruire un’informazione corretta sui temi della cooperazione: “è necessario il collegamento tra le associazioni e i media per dare voce ai paesi del sud, creare storie, raccontare meglio i progetti di cooperazione e, soprattutto, per coinvolgere la cittadinanza e renderla attiva nella collaborazione”.

 

Illuminare le periferie è, quindi, uno studio che ha permesso evidenziare la necessità di lavorare nel mondo dell’informazione con coscienza critica e attenzione ai luoghi dimenticati, alle tante ingiustizie di cui non si parla, delle violazioni dei diritti umani che restano nascoste. Marinella Belluati, dell’Università di Torino, sostiene che “il giornalismo deve fare un passo avanti ed esercitare un ruolo pedagogico per sottolineare all’opinione pubblica che il mondo è diverso da come viene percepito abitualmente”. Il rapporto presentato deve servire, quindi, come uno strumento di supporto a disposizione delle redazioni, evitando un’informazione superficiale e stereotipata.

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