Torino: medici volontari del COP per i profughi dalla Libia

COMUNICATO STAMPA

Da più di due mesi, medici volontari legati a varie organizzazioni del Consorzio Ong Piemontesi (COP) si prendono cura di un gruppo di uomini, donne e bambini fuggiti dalla Libia e temporaneamente alloggiati a Torino, che attendono speranzosi di essere riconosciuti dall’Italia come rifugiati.

Sono circa 50 persone, sbarcate sulle coste di Lampedusa poco dopo l’inizio del conflitto che, nonostante il silenzio mediatico, continua ad insanguinare il Mediterraneo. Nessuna, però, è di origine libica: si tratta di profughi provenienti da Ghana, Congo, Costa D’Avorio , Ciad e Nigeria; alcuni giungono addirittura dal Pakistan e dal Bangladesh. Esseri umani condannati a fuggire due volte: dai propri Paesi di origine, prima, per cercare di costruirsi una vita migliore, e successivamente dalla Libia, dove lavoravano ed erano convinti di aver trovato un minimo di stabilità. Persone sole, ma anche piccoli nuclei familiari, fra cui anche 4 bambini.

I medici che prestano servizio di volontariato presso le 6 associazioni del “tavolo sanitario” del COP, si sono finora alternati nel recarsi una volta alla settimana presso gli alloggi dei profughi e fornire loro tutta l’assistenza necessaria, presso la Fondazione difesa dei fanciulli, in Strada Valpiana, 31. L’associazione “Amici di Lazzaro” sta collaborando tenendo corsi di Italiano per gli immigrati. Cure di base, supporto pediatrico ed avvio al servizio di consultorio pre-natale per due ragazze incinte: questi i servizi inizialmente garantiti dai medici volontari. A ciò è stata integrata una consulenza psichiatrica per affrontare e superare gli shock subiti durante i travagliati “viaggi della speranza”. Lo scorso sabato 9 luglio, inoltre, volontari dell’Ong Cooperazione Odontoiatrica Internazionale (COI) hanno offerto visite dentistiche a tutti gli immigrati che ne hanno fatto richiesta e fornito le cure necessarie presso il servizio odontoiatrico della “Camminare insieme”.

Oggi, superata la fase di emergenza e i problemi di salute basilari, i volontari offrono anche un sostegno ai profughi per superare gli ostacoli della burocrazia italiana, con l’obiettivo che prima di tutto i loro profili vengano integrati nel sistema sanitario nazionale. Ma i passi da compiere sono consequenziali, e non immediati. Per ottenere un medico “di famiglia” occorre essere in possesso di un Codice Fiscale. Per ottenere il Codice Fiscale ci vuole un attestato provvisorio della Questura, che lo rilascia archiviando interviste, foto e impronte digitali. Dopo il Codice Fiscale si ottiene il libretto sanitario e si continua con le pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato. In questo caso le prime interviste sono da fare con la Prefettura, e da qui in poi le cose diventano più complesse e possono passare mesi prima di conoscere gli esiti della richiesta. Meglio se, nel frattempo, ci si è trovati un lavoro.

E se, alla fine, la richiesta d’asilo venisse respinta? In tal caso, quali semplici immigrati, il destino di queste persone è di essere rispedite ai rispettivi paesi di origine, da dove l’esodo era iniziato, per ricominciare tutto da capo. Rinunciando a ogni speranza di una vita migliore in un altro paese.

Per maggiori informazioni: CCM Comitato Collaborazione Medica, tel. 011-6602793 cell. 346-9444881

 

Il Consorzio delle Ong Piemontesi (COP – www.ongpiemonte.it/archivio ) è un’associazione che riunisce le principali organizzazioni operative sul territorio piemontese che si occupano prioritariamente di cooperazione internazionale e di educazione alla cittadinanza mondiale. Nato nel 1997, ad oggi conta 25 organizzazioni, operative in oltre 90 Paesi del mondo grazie al lavoro di circa 100 collaboratori, 1.000 volontari in Piemonte e 70 impegnati all’estero.

Le organizzazioni che costituiscono il tavolo di lavoro del COP sulla cooperazione in ambito sanitario, ASPIC, CCM, COI, Medici con l’Africa CUAMM – Gruppo Piemonte, NutriAid e Rainbow4Africa.

 

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