Come dare attenzione alle crisi umanitarie dimenticate dai media

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Il report Suffering in Silence – The 10 most under-reported humanitarian crisis of 2019 analizza la copertura online delle crisi umanitarie, per individuare quelle a cui i mezzi di comunicazione hanno dedicato meno spazio. La quarta edizione del report, pubblicata a gennaio 2020, mostra un trend preoccupante: 6 delle 10 crisi riportate nel 2019 erano già presenti nelle edizioni passate e 9 su 10 avvengono nel continente africano. Le crisi analizzate comprendono siccità, spostamenti forzati, conflitti, epidemie, insicurezza alimentare.

“Suffering in Silence” vuole richiamare l’attenzione globale su queste crisi umanitarie, la cui conoscenza permetterebbe anche di comprendere maggiormente fenomeni globali come le migrazioni. Il report, inoltre, intende presentare soluzioni pratiche per fare la differenza e far emergere le storie di milioni di persone toccate da queste crisi. Riportiamo i consigli rivolti a Ong e media, in linea con il Vademecum per un’informazione internazionale responsabile e con i principi alla base di Frame, Voice, Report!.

Per le Ong

Focus sulle persone e sulle soluzioni. A fronte della riduzione dei budget delle redazioni, contenuti internazionali possono essere forniti dalle Ong che operano sul territorio, così come il supporto per l’organizzazione di viaggi stampa. Le Ong possono e devono fare la loro parte nel far conoscere le crisi dimenticate e nell’evidenziare le voci delle persone colpite, ma allo stesso tempo è importante riconoscere la necessità di imparzialità quando si presentano storie non in linea con i loro programmi. Le organizzazioni umanitarie hanno il dovere di promuovere il ruolo degli attori locali e riconoscere il lavoro che svolgono. Includerli come portavoce quando le considerazioni sulla sicurezza lo consentono è fondamentale. È importante che Ong e giornalismo riconoscano i limiti, i rischi e gli obiettivi reciproci in modo che le collaborazioni possano veramente rispondere ai bisogni delle persone toccate dalle crisi.

Per i mezzi di comunicazione

Comunicare i fatti che non ricevono sufficiente attenzione. La rappresentazione è importante e comunicare le avversità affrontate dalle persone in contesti di crisi umanitarie è fondamentale per far sì che le loro voci vengano ascoltate e che si attivino delle soluzioni. Concentrarsi solo sul numero di vittime può distogliere l’attenzione dalle sfide di fondo e trascurare le persone che si trovano in un contesto di crisi. L’attenzione dei mezzi di comunicazione alle crisi ignorate aiuta a modificare la narrativa tradizionale, passando dal mero racconto dei numeri alla descrizione dell’impatto e delle cause profonde. Esempi di cambiamento per i media includono l’impegno a dedicare una certa percentuale di copertura alle crisi umanitarie che non ricevono sufficiente attenzione; inviare almeno un giornalista all’anno sul terreno; organizzare eventi di approfondimento su una crisi dimenticata.

Storie di speranza. Sempre più ricerche sottolineano che paura e pessimismo alimentano atteggiamenti conservatori e ostili, mentre speranza e ottimismo tendono a generare atteggiamenti più aperti. Spesso i media si concentrano sui conflitti, mentre non dedicano sufficiente spazio alle azioni di solidarietà attivate dalla società civile. Nel mezzo di crisi e sofferenze, può essere difficile trovare storie positive. Ma quando vengono trovate, possono essere una forza potente per combattere paura e tendenze populiste, innescando invece empowerment e solidarietà.

Foto: Simone Migliaro per LVIA

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